La riforma contenuta nella legge delega 227/2021 per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilità è incentrata sulla nuova nozione di "disabilità" e sul progetto di vita del soggetto:
-Definizione di disabilità -La disabilità nella Costituzione -La legge 104/1992 -Inserimento lavorativo dei disabili (legge 68/1999) -Il piano per la non autosufficienza -Disabilità e invalidità civile -Altre agevolazioni per la disabilità -Riforma disabilità: la legge delega n. 227/2021
Definizione di disabilità La disabilità è la condizione in cui si trovano i soggetti che, a causa di una o più patologie, non sono del tutto autonomi nello svolgimento delle attività della vita di quotidiana e si trovano, quindi, in una condizione di svantaggio che rende più difficoltosa la loro partecipazione alla vita sociale. Proprio per attenuare tali difficoltà, il nostro ordinamento giuridico prevede diverse forme di tutela dei disabili.
La disabilità nella Costituzione La disabilità è tutelata, innanzitutto, dalla Costituzione, che se ne occupa in diverse disposizioni, in maniera più o meno specifica. Gli articoli ai quali ci si riferisce sono il 2, il 3 e il 32. In particolare, l'articolo 2 può porsi a fondamento della tutela della disabilità nella parte in cui dispone che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e lo fa a prescindere dalle condizioni personali, sociali e di salute dell'individuo. L'articolo 3, invece, sostiene la disabilità affermando che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" e che "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana". L'articolo 32, infine, sancisce che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività".
La giornata internazionale della disabilità La giornata internazionale delle persone con disabilità è stata proclamata nel 1981 e ricorre il 3 dicembre di ogni anno allo scopo di promuovere i diritti e il benessere delle persone disabili.
La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità Dopo un lavoro di oltre un decennio, le Nazioni Unite hanno adottato nel 2006 la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, con il fine di promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità e di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera sociale, politica, economica e culturale della società.
La legge 104/1992 Vi sono poi delle discipline più specifiche di tutela della disabilità. Prima tra tutte, quella dettata dalla legge numero 104/1992, ovverosia la "Legge-quadro per l'assistenza e l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate". Tale provvedimento, con molteplici disposizioni, si pone il fine di garantire il rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e autonomia, nonché la piena integrazione familiare, scolastica, lavorativa e sociale. Esso inoltre è volto ad assicurare i servizi e le prestazioni necessari per la prevenzione, la cura, la riabilitazione e la tutela giuridica ed economica dei disabili.
I permessi lavorativi per i disabili La legge 104 è nota, soprattutto, per il riconoscimento di specifici permessi ai lavoratori affetti da disabilità grave e ai dipendenti che prestano assistenza a familiari con disabilità grave. Si tratta di permessi straordinari, retribuiti, da godere per tre giorni al mese o una o due ore al giorno a seconda dell'orario di lavoro.
Inserimento lavorativo dei disabili (legge 68/1999) Il diritto al lavoro dei disabili non è garantito solo dalla legge 104, ma anche da ulteriori normative. Tra di esse spicca la legge 68/1999, che disciplina il collocamento mirato delle persone con handicap prevedendo l'istituzione di servizi per il loro inserimento lavorativo a livello regionale e provinciale. Tali servizi provvedono alla programmazione, all'attuazione e alla verifica degli interventi volti a favorire l'ingresso dei disabili nel mondo del lavoro. A tal fine, i servizi per l'impiego si avvalgono di un ufficio provinciale cui fanno riferimento specifici comitati tecnici, chiamati a valutare le capacità e le potenzialità lavorative dei disabili, a definire gli strumenti atti all'inserimento lavorativo e al collocamento mirato, a predisporre un piano di tutoraggio all'inserimento lavorativo, a orientare i disabili e i datori di lavoro, a predisporre dei controlli sui luoghi di lavoro e a collaborare alla stesura dei programmi di formazione e riqualificazione professionale dei lavoratori affetti da disabilità.
Obbligo di assunzione di disabili In forza di quanto stabilito dalla legge 68/1999, poi, gli enti pubblici, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, le organizzazioni senza scopo di lucro e le aziende e gli enti privati, devono obbligatoriamente assumere: -un disabile, se hanno da quindici a trentacinque lavoratori; -due disabili, se hanno da trentasei a cinquanta lavoratori; -un numero di disabili pari al 7% del totale dei dipendenti, se hanno più di cinquanta lavoratori.
Il piano per la non autosufficienza Il piano per la non autosufficienza 2022-2024 sviluppa ulteriormente la programmazione della legge n. 33/2017 e del Decreto legislativo 147/2017, che hanno avviato i livelli essenziali delle prestazioni per i disabili e i soggetti non autosufficienti. Il Piano si fonda sui principi di universalità e di prossimità dei soggetti disabili alle persone e alle comunità e vuole realizzare l'integrazione tra i sistemi sociali e quelli sanitari a tutti i livelli. Per garantire la continuità e la qualità di vita nel domicilio, così come nel contesto sociale di appartenenza si vogliono realizzare i seguenti interventi primari: -garantire assistenza domiciliare sanitaria e sociale integrata; -fornire servizi sociali di sollievo; -fornire servizi sociali di supporto; -garantire contributi di tipo economico. I destinatari del piano, nello specifico, sono "le persone che, in virtù di specifiche condizioni di salute bio-psico-fisica, sociale e relazionale che rendono problematico il rapporto con i propri contesti di riferimento".
Disabilità e invalidità civile In alcuni casi, ai disabili viene riconosciuta la cd. invalidità civile, che comporta il riconoscimento di ulteriori diritti. Si considerano invalidi civili: -i soggetti di età compresa tra i 18 e i 65 anni che presentano un'infermità fisica, psichica e/o intellettiva, congenita o acquisita, anche progressiva, a seguito della quale la loro capacità lavorativa sia ridotta in misura superiore al 33%; -i minori che abbiano difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie della loro età; -i cittadini ultrasessantacinquenni con difficoltà a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età.
Altre agevolazioni per la disabilità Il superamento delle difficoltà connesse alla disabilità passa anche per ulteriori disposizioni. Norme specifiche sono dettate, infatti, in campo sanitario, dell'istruzione, dei trasporti e del superamento delle barriere architettoniche. Tutte sono volte all'inclusione. Ad esempio, in ambito scolastico si è passati da delle scuole speciali per ragazzi affetti da disabilità al loro inserimento nelle scuole ordinarie con previsione di interventi specifici di sostegno. Ai disabili, inoltre, sono riservate molteplici agevolazioni fiscali, come quelle sostenute per l'acquisto di mezzi necessari per l'accompagnamento, la deambulazione e il sollevamento o per l'acquisto di sussidi tecnici e informatici.
Riforma disabilità: la legge delega n. 227/2021 Il quadro normativo di riferimento previsto per i disabili è destinato a cambiare volto, in virtù della riforma prevista dalla legge delega in materia di disabilità n. 227/2021 (sotto allegata). Il 15 aprile 2024 è stato approvato l'ultimo decreto attuativo (dlgs n. 62/2024 pubblicato in GU il 14 maggio 2024) intitolato: "Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l'elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato". Il cuore della riforma è rappresentato da una nuova definizione di "disabilità", che va a sostituire il termine finora utilizzato di "persona handicappata", concetto ritenuto ormai obsoleto dall'intera comunità internazionale. L'altra novità degna di nota è "Il progetto di vita" del soggetto con disabilità, concetto che racchiude al suo interno tutte quelle misure finalizzate a garantire al disabile una maggiore partecipazione alla vita sociale, ad eliminare le barriere architettoniche che ne ostacolano la mobilità e a garantire allo stesso una maggiore inclusione in ambito lavorativo, scolastico, abitativo e sociale. Molte disposizioni sono in vigore a partire dal 30 giugno 2024, per altre invece è prevista una fase di sperimentazione per tutto il 2025.
Fonte: StudioCataldi
In allegato testo di legge 227/2021 |