Dal 7 novembre circa 20 milioni di contribuenti potranno decidere di fare pace con il fisco scaricando dal sito di Equitalia i moduli per richiedere la rottamazione delle cartelle esattoriali già notificate, che valgono la bellezza di 42 miliardi di euro.
I contribuenti avranno tempo fino al 23 gennaio 2017 per aderire alla definizione agevolata. Quelli più fedeli o meno sbadati, quelli che hanno iniziato a pagare dopo l’avviso bonario che precede la notifica della cartella e quelli che hanno vinto il primo grado di giudizio tributario, sono però entrambi esclusi dalla rottamazione.
COSA FARE – Il documento dovrà essere consegnato presso gli sportelli Equitalia oppure inviato, insieme alla copia di un documento di identità, all’indirizzo di posta elettronica (email o pec) riportato sul modulo e anche sul portale della società. Sul modulo di adesione, che ha il codice DA1 i contribuenti, dopo essersi identificati, devono indicare le cartelle Equitalia (e i relativi carichi) per le quali chiedono la definizione agevolata, definendo la modalità di pagamento (in unica soluzione o dilazionato in un massimo di quattro rate, l’ultima delle quali va saldata entro il 15 marzo 2018). Equitalia invierà, come previsto dal decreto (180 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) entro il 24 aprile del 2017, una comunicazione ai contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata in cui sarà indicata la somma dovuta insieme ai relativi bollettini con le date di scadenza dei pagamenti.
LE CARTELLE – La rottamazione vale per tutte le cartelle esattoriali emesse dal 2000 al 2015, non solo da Equitalia ma anche da quei Comuni che avranno scelto di accodarsi. Si possono sanare pendenze su multe per infrazioni al codice stradale, canone Rai, Irpef, Iva (esclusa quella per i pagamenti all’importazione), Irap e contributi Inps. Non vale invece per le multe Ue, per le sentenze di condanna della Corte dei Conti e per la sanzioni comminate in seguito a procedimenti penali.
ATTENTI ALLE RATE – Il fisco sarà inflessibile per chi non paga le rate previste, ma anche per chi lo fa in modo ridotto o ritardato. Salta la ‘rottamazione” e tornano a scattare sanzioni e interessi delle vecchie cartelle.
COME SI PUO’ PAGARE – Il versamento della cartella scontata potrà esser fatto con la domiciliazione sul conto della banca, oppure con i bollettini precompilati. Possibile anche versare agli sportelli del concessionario della riscossione.
PER CHI HA PAGATO IN PARTE LA CARTELLA FISCALE – I contribuenti che hanno già in parte pagato la cartella fiscale, magari attraverso il meccanismo della rateizzazione, potranno aderire alla definizione agevolata. In questo caso l’importo da pagare sarà quello del debito residuo sul capitale. Le sanzioni e gli interessi già pagati non si recuperano. Per chi aderisce si bloccano le rate concordate: la revoca scatta con il primo pagamento della definizione agevolata.
RINUNCIA AI CONTENZIOSI – Per aderire il contribuente dovrà espressamente dichiarare di rinunciare ad eventuali procedimenti aperti davanti alle commissioni tributarie, in pratica dovrà rinunciare a potare avanti le liti relative alla cartella che sta versando.
STOP ALLE GANASCE FISCALI – Dalla presentazione della richiesta di adesione alla definizione agevolata si fermano i tempi di prescrizione e decadenza ma anche quelli per le ”azioni esecutive” del fisco, come le ganasce fiscali o il pignoramento. Non si fermano però le operazioni già scattate.
In allegato tutta la modulistica per la definizione agevolata |