 Il Governo è al lavoro per rivedere il sistema pensionistico, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e rendere le misure di anticipo pensionistico più sostenibili.
Ecco le principali opzioni attualmente in fase di valutazione da parte dei tecnici dei Ministeri del Lavoro e del Tesoro, insieme alla tecnostruttura dell’Inps:
- Prolungamento delle finestre di uscita: Si sta valutando l'estensione delle finestre di uscita a 6-7 mesi (dagli attuali 3 mesi) per i lavoratori con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne), a prescindere dall'età anagrafica. Questa misura permetterebbe di diluire il flusso delle pensioni anticipate, liberando risorse.
- Quota 103: Questa misura, che consente l'uscita anticipata dal lavoro, potrebbe subire una "stretta" o essere rivista, data la sua elevata incidenza sui conti pubblici.
- Rivalutazione delle pensioni più elevate: Potrebbe essere ritoccato verso il basso il meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici di importo più elevato, per contenere la spesa previdenziale.
- Possibile abolizione di Opzione Donna e Ape Sociale: Queste due misure potrebbero non essere rinnovate, considerando il loro costo e l'esigenza di razionalizzare le risorse.
- Destinazione del TFR alle forme integrative: Una proposta prevede di destinare obbligatoriamente il 25% del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) alle forme pensionistiche integrative, con l'obiettivo di alleggerire parzialmente l'onere a carico dello Stato.
La Conf.A.S.I. monitorerà attentamente gli sviluppi, con l’obiettivo di tutelare i diritti dei lavoratori e garantire un sistema pensionistico equo e sostenibile, con l’auspicio che non si deprima ancora il mondo dei lavoratori dipendenti che hanno degnamente maturato il diritto alla quiescenza. |
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